Mai come in questo momento l’Agenda politica ha visto una tale concentrazione di scadenze e scelte nel settore industriale dell’audiovisivo.
Processo di liberazione della Banda 700Mhz, per l’arrivo del 5G (nel 2020 o 2022? In Italia ancora non è chiaro).
Nuova Concessione Servizio pubblico Radiotelevisivo (Contratto quinquennale e non più triennale) con relative quote pubblicità e processo in corso di consolidamento tra operatori di rete e Tv.
L’insieme di questi processi porteranno il Paese ad un nuovo Switch off.
Un processo ancora più complesso ed oneroso di quello del 2012 (dalla tv analogica a quella digitale) dato che, a differenza del precedente, la nuova riduzione dello spettro porterà anche alla riduzione drastica del numero di canali televisivi nazionali (e locali) oggi trasmessi sulla piattaforma del digitale terrestre.
Tutte le emittenti televisive, con lo switch off del 2012, hanno ottenuto concessioni ventennali per l’utilizzo delle frequenze. Quindi lo Stato italiano, con la liberazione della banda 700MHz, si troverà a dover pagare indennizzi milionari.
Già dal prossimo luglio i produttori di tv e decoder dovranno distribuire solo apparecchi contenenti anche lo standard DVB-T2 (ed il sistema di compressione video HEVC).