Il 29 Aprile 2020 il Ministero dello Sviluppo Economico ha aggiornato il calendario per lo spegnimento (rif. Area Ristretta B).
Si parte oggi, 13/07/2020.
Il 29 Aprile 2020 il Ministero dello Sviluppo Economico ha aggiornato il calendario per lo spegnimento (rif. Area Ristretta B).
Si parte oggi, 13/07/2020.
Con lo switch-off e il passaggio allo standard di trasmissione DVB-T2 si rende necessario la liberazione delle frequenze comprese tra 694 MHz e 790 MHz, destinate agli operatori di telefonia per il servizio 5G.
La transazione sarà graduale e si parte con lo spegnimento dei canali:
– 50 (Mediaset);
– 52 (D-Free)
– e canali regionali 51 e 53 nelle zone confinanti con gli stati europei.
Per questa operazione è stato diviso il territorio in 4 Aree Ristrette (A, B, C, e D) nelle quali i canali verranno spenti come riepilogato di seguito:
Le province saranno interessate nella transizione in base all’Area Ristretta di appartenenza.
Nello specifico la sequenza per l’Area Ristretta A che riguarda lo spegnimento dei CH 50 e 52 (riassegnati provvisoriamente) è la seguente:
Entro il 30 maggio 2020 verrano spenti definitivamente i canali 51 e 53 (per le provincie indicate).
Lo switch-off definitivo è previsto entro il settembre 2021 con lo spegnimento definitivo di tutti i canali dal 49 al 60 (694MHz – 790MHz).
Definite le date per il rilascio della banda 700 MHz, da parte dei broadcaster nazionali e locali, a favore delle Telco per i servizi 5G (asta già prevista a Settembre).
Ai broadcaster saranno assegnate nuove frequenze (banda 470-694MHz, canali dal 21 al 48 compresi), oltre al MUX1 Rai definito per aree geografiche.
Nella fase di transizione le trasmissioni sfrutteranno l’MPEG-4 (già presente sui televisori).
DVB-T2 ed HEVC arriveranno nel 2022, contando sul “naturale” ricambio tecnologico di TV e decoder sul mercato, con relativo abbandono degli standard MPEG-2/MPEG-4 (a metà del 2022 circa).
Dal’1 gennaio di quest’anno i tv senza Dvb-T2 (e Hevc) non possono essere messi in vendita (salvo in bundle con decoder esterno compatibile).
Lo «switch off» vero e proprio avverrà nel 2022 e, con 5 anni di anticipo, si punta a far arrivare il pubblico già preparato sfruttando un presunto e “naturale” ricambio degli apparati.
Queste le intenzioni del Ministero dello Sviluppo che porterà alla rottamazione l’attuale digitale terrestre.
Nell’articolo 89 della legge di Bilancio: “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”.
(testo completo: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01048139.pdf)
Il Piano della Commissione Europea sul 5G, a partire già dal 2020, prevede l’assegnazione della banda 700MHz agli operatori di telefonia mobile di quinta generazione (agli Stati membri della UE è stato dato tempo fino al 2022).
Nella legge di bilancio di legge anche che
– «E’ previsto lo spegnimento delle frequenze in uso alle emittenti locali e la costruzione del Mux1 della Rai per aree geografiche. Questa fase di transizione, che durerà fino al 2022, non prevede in alcun modo l’introduzione di tecnologia T2-Hevc ma l’uso di tecnologia MPEG-4 già diffusa da qualche anno nei televisori e che nel 2020 sarà disponibile per tutta la popolazione»
e che
– «sono stati previsti incentivi per 25 milioni di euro all’anno per quattro anni, dal 2019 al 2022, al fine di agevolare e accelerare il processo di ricambio».
Mai come in questo momento l’Agenda politica ha visto una tale concentrazione di scadenze e scelte nel settore industriale dell’audiovisivo.
Processo di liberazione della Banda 700Mhz, per l’arrivo del 5G (nel 2020 o 2022? In Italia ancora non è chiaro).
Nuova Concessione Servizio pubblico Radiotelevisivo (Contratto quinquennale e non più triennale) con relative quote pubblicità e processo in corso di consolidamento tra operatori di rete e Tv.
L’insieme di questi processi porteranno il Paese ad un nuovo Switch off.
Un processo ancora più complesso ed oneroso di quello del 2012 (dalla tv analogica a quella digitale) dato che, a differenza del precedente, la nuova riduzione dello spettro porterà anche alla riduzione drastica del numero di canali televisivi nazionali (e locali) oggi trasmessi sulla piattaforma del digitale terrestre.
Tutte le emittenti televisive, con lo switch off del 2012, hanno ottenuto concessioni ventennali per l’utilizzo delle frequenze. Quindi lo Stato italiano, con la liberazione della banda 700MHz, si troverà a dover pagare indennizzi milionari.
Già dal prossimo luglio i produttori di tv e decoder dovranno distribuire solo apparecchi contenenti anche lo standard DVB-T2 (ed il sistema di compressione video HEVC).