art.19116

30dB di guadagno, Taglio 5G > 55dB, Livello Uscita 120dBuV
Taglio delle bande personalizzabile (21-31/34-48, 21-30/32-48, 21-34/36-48).
Inclusa scatola da palo e fascetta per il fissaggio.



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Novita’
(art.20200)
Livello Uscita 93dBμV (con 15 mux), Filtro LTE 5G, Bande: III/Dab/UHF(x4), connettori F
Accessori
art. 1U201 – Scatola da palo ventilata
art. 1U202 – Staffa da parete in alluminio
art. 1U200 – Programmatore (incluso: Alimentatore 12V 1A, Tool “One Touch” * e Cavetto USB+adattatore).
(*) Funzione “One Touch”:
Ideale per una programmazione rapida e ripetitiva.
Memorizza la programmazione desiderata a bordo del programmatore e premendo l’apposito Pin trasferiscila direttamente all’Amplificatore TV.
Semplice, pratico e senza dover usare smartphone o tablet!
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Riorganizzato lo spettro radio in vista della’arrivo degli operatori Tlc che hanno acquistato i diritti d’uso (asta 5G di autunno).
Nuova destinazione dunque per la banda 700 Mhz (attualmente occupata dalle emittenti televisive) che deve essere liberata entro il 2022.
E nuova organizzazione degli spazi per accogliere le trasmissioni delle emittenti che devono “traslocare” verso altre bande.
Il piano prevede la nuova pianificazione sia per le reti nazionali che per quelle locali.
Alle nazionali vengono riservate 12 reti in banda Uhf, di cui una decomponibile in macroaree (prevalentemente regionali) destinata all’informazione regionale Rai e una integrata da frequenze nella banda Vhf per raggiungere eventualmente la copertura. Altri gli spazi nella Vhf che non vanno a Rai saranno destinati alla radio digitale, il Dab. Inoltre la Rai non dovrà più ospitare sul suo multiplex una parte di emittenti locali.
Meno multiplex – da 4 a 2 – per le Tv locali: viene infatti “superata” la riserva di un terzo dello spazio frequenziale.
Alle locali va una rete di primo livello in Uhf (copertura di almeno il 90% dell’area tecnica grosso modo corrispondente alla regione) e una o più reti di secondo livello (meno del 90%).
Ma in Lombardia vengono previste 3 reti di primo livello.
I due multiplex “tolti” alle locali andranno, “divisi” in blocchi da mezzo mux, alle Tv nazionali con una gara non competitiva che si terrà entro novembre 2019.
Alle nazionali la metà dei mux attualmente posseduti: Rai, Mediaset e Persidera che ne hanno 5, ne riceveranno ciascuno 2,5. A Cairo, H3G, Prima TV, Retecapri e Europa Way ne avranno mezzo invece di uno.
Ora la palla passa al Mise per le assegnazioni.
(Fonte CorCom)
Testo integrale della delibera:
https://www.agcom.it/documents/10179/13779032/Delibera+39-19-CONS/49fb9ca8-f42e-444c-9837-00ec497053d8?version=1.0
Sono disponibiil da oggi sulla piattaforma free Tivùsat due nuovi canali, i24News in inglese e i24News in francese, ai canali 81 e 82 della piattaforma free.
Con l’arrivo dei due nuovi canali l’offerta di Tivùsat sale ad oltre 90 canali televisivi e 43 radiofonici (di cui 30 in HD) oltre ad una larga selezione di servizi On Demand.
Accedere a Tivùsat è semplice e non richiede alcun tipo di abbonamento, si legge in una nota di Tivùsat – Sono sufficienti un dispositivo certificato Tivùsat HD (decoder o televisore con CAM), una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13° Est e la smartcard Tivùsat HD inclusa nella confezione del decoder o della Cam.
(Fonte: Corcom)
Oltre 100 canali italiani trasmessi in Hd trasmessi su Hotbird. Hotbird risulta così essere la posizione maggiormente usata per diffondere la TV nel nostro Paese.
Centrale il 13° Est anche per quanto riguarda lo sviluppo dell’Ultra HD (sono già presenti 4 canali).
“Travel XP 4K”, il primo in HDR dell’intera flotta Eutelsat.
La soluzione che Eutelsat propone si chiama “SmartBeam” ed è un dispositivo capace di sfruttare l’ubiquità del satellite per agevolare la diffusione di contenuti audiovisivi mediante device mobili.
Il sistema combina la trasmissione via satellite con la ricezione in modalità WiFi assicurando una fruizione perfetta anche nel caso di più utenti connessi nello stesso momento e superando qualsiasi criticità tipica dell’Internet terrestre.
(Fonte CorCom)
Per approfondire:
Fai clic per accedere a Eutelsat-multi-screen-delivery-solution-via-satellite.pdf
Fai clic per accedere a White_Paper_SmartBeam.pdf
Prevista una rivoluzione in vista del prossimo maxi-switch off delle frequenze a partire dalla messa a punto di “black-box” in grado di accedere a tutte le piattaforme.
E’ ormai opione condivisa che sia necessario, in vista della cessione di un altra porzione di banda TV alle Telco (700 Mhz), introdurre tecnologie trasmissive più efficienti.
Uno degli obiettivi del Forum è pianificare la realizzazione di un dispositivo che possa garantire all’utente un’esperienza di visione integrata in altissima definizione e audio di ultima generazione, oltre (non dimentichiamolo) all’interattività.
Deroga alla legge che imponeva dal nuovo anno di mettere sul mercato solo televisori con standard Dvb-t2 e codec Hevc. Ma le “rimanenze” dovranno essere abbinate a device che abilitano il nuovo standard.
C’è una via d’uscita per i rivenditori di televisori che al gennaio 2017 abbiano ancora in magazzino apparecchi televisivi non Dvb-t2 e Codec Hevc: la legge vieterebbe loro di metterli sul mercato ma il Mise in una nota interpretativa della norma offre loro un’alternativa alla rottamazione: potranno esaurire le scorte di magazzino, purché in bundle con un decoder esterno che abbia il tuner Dvb-T2 e Hevc.
La disposizione del ministero, così, consente la vendita degli apparecchi con i vecchi standard, purché siano entrati in magazzino prima del 30 giugno e non frutto di approvvigionamenti più recenti.
Secondo la disposizione del Mise i rivenditori che proporranno il vendita dopo il primo gennaio 2017 i vecchi apparecchi dovranno dare “adeguata informazione al pubblico sull’alternativa di acquisto tra un apparecchio televisivo integrato con un sintonizzatore digitale conforme e un apparecchio televisivo conforme soltanto mediante l’abbinamento con un decoder esterno”.
In ragione della finalità normativa di dotare i consumatori di apparecchi corredati con tutte le codifiche approvate dall’Itu, si ritiene che lo scopo previsto possa essere raggiunto anche con la presenza di un sintonizzatore esterno, purché venduto unitamente all’apparecchio televisivo (non conforme acquistato dal rivenditore finale esclusivamente entro il 30 giugno 2016, come risultante da evidenze documentali).
(Fonte: Corcom)
Approvata alla Camera la Legge europea. La palla passa adesso al Senato. Abrogati i cinque decreti sui ricevitori per la tv analogica. Il 2015 sembra essere l’anno del DVBT2.
Approvata alla Camera la legge europea per il 2014 che ora passa al Senato.
Il testo, che recepisce nell’ordinamento italiano una serie di norme europee evitando le procedure di infrazione da parte ella Commissione Ue, contiene una serie di novità.
Ecco le novità per quanto riguarda il settore televisivo.
Le norme abrogano i cinque decreti ministeriali che hanno disciplinato nel tempo la commercializzazione in Italia degli apparecchi ricevitori per la televisione analogica.
Come si spiega nella Relazione tecnica, “l’esigenza di abrogare tale disciplina nasce dall’introduzione delle nuove tecnologie sul mercato dei ricevitori per televisione, dal completamento al 1° gennaio 2013 del passaggio alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale e dalla recente normativa di settore… Le innovazioni introdotte rendono necessario un aggiornamento e un riordino dello specifico quadro normativo e la conseguente abrogazione dei cinque decreti emanati in tempi in cui era presente la tecnica analogica”.
In particolare, vengono abrogati decreti ministeriali emanati dal 1978 al 1992 dall’allora esistente Ministero delle poste e delle telecomunicazioni.
Dalla Relazione tecnica emerge che con tali abrogazioni si rende anche possibile la libera circolazione dei ricevitori televisivi sul mercato ed elimina una situazione di incertezza per gli operatori, sollevati dall’obbligo di richiedere una certificazione di conformità dei prodotti.
Contestualmente c’è l’obbligo, a decorrere dal 2015, di inserire nei ricevitori televisivi non solo il sintonizzatore per lo standard digitale DVBT, ma anche la sua evoluzione DVBT2.
Pertanto da quest’anno la presenza di televisori dotati di sintonizzatore analogico sarà da considerarsi meramente residuale.
Diritti d’uso delle frequenze analogiche
il servizio di radiodiffusione sonora in onde medie (OM) analogico a modulazione di ampiezza (AM) è stato esercitato dal concessionario del servizio pubblico mediante gli impianti registrati presso l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT).
Negli ultimi anni la Rai ha iniziato a ridurre la propria presenza nel settore, lasciando in tal modo potenzialmente libere risorse di frequenze che potrebbero essere utilizzate dall’Italia per essere assegnate ad altri soggetti, secondo le regole stabilite dall’UIT e dagli accordi internazionali stipulati in tale contesto.
Tuttavia, il quadro normativo vigente non prevede la possibilità di assegnare nuove frequenze per la radiodiffusione in tale banda.
Pertanto, si è reso anche necessario provvedere con un intervento normativo che consenta questa possibilità e ne disciplini le modalità, anche al fine di evitare l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.
(Tratto da: Key4Biz)
Dal 30 aprile, salvo proroghe, dovranno essere disattivati i canali su cui trasmettono 144 antenne territoriali.
Ma gli asset utilizzabili rischiano di essere in numero ridotto rispetto a quelli realmente necessari
Le emittenti locali rischiano di avere poche reti digitali. Lo sottolinea Il Sole 24 Ore, ricordando che a partire dal 30 aprile, salvo una proroga, dovranno essere disattivati i canali su cui trasmettono 144 antenne territoriali che interferiscono con Paesi confinanti, soprattutto sul versante adriatico. Lo switch off è stato previsto nell’ultima legge di stabilità.
A rischiare sono dunque altrettante tv locali che possono o restituire le frequenze e ricevere l’indennizzo oppure continuare a trasmettere, sperando nella proroga che però non sarebbe gradita né alla Ue né agli stati confinanti.
La legge di stabilità prevede un doppio beauty contest: uno per assegnare le frequenze “certificate” da Ginevra e non assegnate alle nazionali; l’altro per fissare la graduatoria degli editori locali i cui contenuti potranno essere trasmessi su tali frequenze. Per la prima volta dunque per le tv locali si distinguerà tra operatori di rete ed editori di contenuti.
L’Agcom ha avviato la consultazione sulla modifica del piano frequenze: nel testo si precisa che le frequenze “italiane” su cui trasmettono le tv locali sono escluse da tale procedure. L’eccezione riguarda i cabali 32 e 42 in Uhf.
Nella pratica – spiega il Sole – un operatore può restare titolare dello spettro senza trasmetterci se la sua tv non sarà in posizione utile nel secondo beauty contest, che sarà rivolto a tutte le emittenti perché sempre su questa graduatoria si assegna anche la posizione sul telecomando.
Alle locali servono mux e frequenze. In canali non assegnati con l’ultima gara devono attendere la chiusura della procedura di infrazione Ue per venire riallocati. Intanto, rispetto alla banda 700, Agcom frema sul canale 60 che è a rischio di interferenza con la banda larga.
(fonte: CorCom)