Dal’1 gennaio di quest’anno i tv senza Dvb-T2 (e Hevc) non possono essere messi in vendita (salvo in bundle con decoder esterno compatibile).
Lo «switch off» vero e proprio avverrà nel 2022 e, con 5 anni di anticipo, si punta a far arrivare il pubblico già preparato sfruttando un presunto e “naturale” ricambio degli apparati.
Queste le intenzioni del Ministero dello Sviluppo che porterà alla rottamazione l’attuale digitale terrestre.
Nell’articolo 89 della legge di Bilancio: “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”.
(testo completo: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01048139.pdf)
Il Piano della Commissione Europea sul 5G, a partire già dal 2020, prevede l’assegnazione della banda 700MHz agli operatori di telefonia mobile di quinta generazione (agli Stati membri della UE è stato dato tempo fino al 2022).
Nella legge di bilancio di legge anche che
– «E’ previsto lo spegnimento delle frequenze in uso alle emittenti locali e la costruzione del Mux1 della Rai per aree geografiche. Questa fase di transizione, che durerà fino al 2022, non prevede in alcun modo l’introduzione di tecnologia T2-Hevc ma l’uso di tecnologia MPEG-4 già diffusa da qualche anno nei televisori e che nel 2020 sarà disponibile per tutta la popolazione»
e che
– «sono stati previsti incentivi per 25 milioni di euro all’anno per quattro anni, dal 2019 al 2022, al fine di agevolare e accelerare il processo di ricambio».