Il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore del regolamento di Sviluppo economico sulla gestione delle interferenze Lte-Tv.
L’ha approvato senza modificarne la bozza. Adesso che la questione è chiusa (si attende solo a giorni l’arrivo del regolamento in Gazzetta Ufficiale).
In sostanza il regolamento dà via ufficialmente al fondo con cui gli operatori pagheranno gli antennisti per risolvere le interferenze televisive causate dalle reti Lte (4G) sulle frequenze 800 MHz. Sarà in vigore fino al 31 dicembre 2016, “salvo ulteriori decisioni del Mise”. Wind contribuirà al fondo al 50%, Tim e Vodafone al 25% ciascuno. Questo perché le frequenze assegnate a Wind per l’Lte sono tali da causare più probabilmente interferenze alle antenne televisive, a quanto risulta delle prime sperimentazioni. Le quote potranno però cambiare se, sul campo, ci si renderà conto che le cose non stanno proprio in questo modo. Per dirla con il regolamento, le percentuali “definite secondo i principi di proporzionalità, trasparenza e non discriminazione, tengono conto della tipologia di blocco frequenziale di ciascun operatore, del tipo di interferenze ad esso correlato, dei risultati delle attività di sperimentazione ed analisi di cui in premessa, del costo di installazione,e del costo di acquisizione dei filtri e possono essere oggetto, ove necessario, di rimodulazione con separato provvedimento”.
La gestione tecnica della questione è in capo alla Fondazione Ugo Bordoni (presso il ministero). “La gestione delle segnalazioni sarà affidata alla Fondazione Ugo Bordoni, che attraverso un help desk e un contact center (che fanno capo al sito helpinterferenze.it), individuerà quali di queste sono connesse a problematiche di coesistenza tra Lte e Dvbt (tv digitale terrestre)”, si legge nel regolamento. Gli utenti contatteranno l’help desk della Fub, quindi, che fornirà loro un questionario per capire se le interferenze sono causate effettivamente dall’Lte o da altri motivi.
Dopo aver gestito le segnalazioni, la Fub, attraverso un sistema automatizzato, metterà a disposizione degli operatori mobili le informazioni necessarie a procedere all’intervento, secondo le percentuali definite nel regolamento per ciascun operatore. Gli operatori pagheranno l’intervento del tecnico e l’installazione del filtro sull’antenna tv, per risolvere le interferenze.
Sono previste anche sanzioni per gli operatori inadempienti. “Se un operatore omette di dare seguito alla gestione degli interventi assegnatigli da Fub dopo la fase di gestione delle segnalazioni in funzione di specifiche mappe di rischio e delle informazioni acquisite attraverso la somministrazione di un apposito questionario, è soggetto a sanzione”, pari a 5 punti percentuali in più di contributo al fondo.
“Laddove l’inadempimento e la violazione risultassero di particolare gravità o reiterate per più di due volte in uno stesso trimestre il Ministero può disporre la sospensione per un periodo non superiore a sei mesi dei diritti d’uso delle frequenze in banda 800Mhz dell’operatore inadempiente”.
Fonte: CorCom Daily news
Ci preme ricordare che dalle attuali procedure messe in atto dal Ministero, solo chi sarà in regola con il pagamento della tassa di possesso sui televisori (“ex-canone RAI”), e in un’area riconosciuta come avente diritto (in base alle mappe realizzate dalla FUB), riceverà assistenza diretta e gratuita da parte delle Telco attraverso il sito helpinterferenze.it.
Ovviamente per tutti gli altri utenti l’intervento dovrà essere richiesto in autonomia, a proprie spese, contattando il proprio installatore di fiducia.